3 tipi di frodi nell’e-commerce a cui i marchi DTC devono prestare attenzione

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I marchi di e-commerce transfrontalieri affrontano sfide uniche nella gestione delle frodi, ma con le giuste conoscenze riusciranno a ridurre gli eventi.

Tre tipi di frodi nell’e-commerce e come prevenirle:

1. Frode criminale

2. Frode amichevole

3. Frode dei rivenditori

Prevalenza delle frodi nell’e-commerce

Le frodi sono da tempo un rischio per i commercianti online, ma i marchi che operano a livello internazionale devono affrontare ulteriori sfide. Ogni mercato ha i propri profili di rischio, quindi l’applicazione di controlli antifrode a tappeto potrebbe causare perdite di vendite a causa di falsi positivi. I rivenditori devono avere le conoscenze, l’esperienza e la capacità di ottimizzare ogni mercato in modo appropriato. Di recente, le frodi online sono in aumento: in particolare, il chargeback sulle carte di credito, assorbito dal commerciante, registra un aumento del 20% su base annua. Ogni anno si sviluppano metodi di frode più sofisticati che impongono ai marchi di e-commerce di acquisire una tecnologia e una consapevolezza più avanzate per proteggere i propri clienti e le proprie attività.

Frode e-commerce

Ecco tre tipi di frode di cui tutti i marchi di e-commerce devono essere a conoscenza:

Frode criminale

Con il 92% delle frodi di e-commerce commesse nelle transazioni online nel 2017 utilizzando una carta di credito, le frodi criminali – utilizzando carte di credito rubate – sono un grave problema per i marchi di e-commerce. Le frodi con carta di credito sono aumentate di un ulteriore 18,4% nel 2018 e continuano ad aumentare.

Conor Walsh, Head of Payments di ESW, ha dichiarato: “Si parla di frode criminale quando i malintenzionati tentano di acquistare beni utilizzando credenziali di carte di credito/debito rubate, spesso vendute sul dark web. Questo tipo di frode è più evidente in relazione a beni con un elevato potenziale di rivendita (ad esempio articoli sportivi e scarpe).Sebbene non si tratti di frodi sofisticate, può essere sofisticata la loro applicazione. Ad esempio, utilizzando software (Bot) per automatizzare i tentativi di acquisto, modificando le caratteristiche dell’ordine (e-mail, indirizzo di spedizione, indirizzo IP, ID dispositivo, ecc.). Quasi sempre questo tipo di attività ha come risultato un chargeback. Pertanto, i commercianti devono gestire gli ordini con attenzione”.

Frode amichevole

In genere non si tratta di attività criminale organizzata. Piuttosto, i singoli acquirenti abusano delle generose politiche di reso offerte dai commercianti o avviano chargeback come scorciatoia per ricevere un rimborso.Questo tipo di frode può essere difficile da individuare, poiché l’inserimento di dati sui resi in strumenti/piattaforme di screening delle frodi è spesso trascurato o considerato come priorità inferiore per l’implementazione.

Le frodi amichevoli tendono a verificarsi quando un cliente acquista un articolo e poi contatta l’emittente della carta di credito per

  1. Contestare l’addebito,
  2. Affermare che l’oggetto non è mai arrivato
  3. Affermare di aver restituito l’articolo e di non aver ricevuto un rimborso.
  4. Affermare che non ricorda di avere effettuato l’acquisto, quindi la sua carta deve essere compromessa.

Walsh ha dichiarato: “Quando si affronta l’aspetto del chargeback delle frodi amichevoli, è importante che il team sddetto alle frodi/al chargeback del commerciante abbia accesso ai dati di consegna (spedizione dell’ultimo miglio), poiché la possibilità di collegare la consegna del prodotto all’acquirente aiuta davvero a ottenere risultati positivi in una difesa contro il chargeback”.

Attività di rivenditori

In questo caso, gli acquirenti acquistano merci all’ingrosso, spesso tramite ordini multipli nel tentativo di evitare dazi e tasse, per poi rivennderle, generalmente sui marketplace.Tecnicamente non si tratta di frode. Ma è un abuso dei termini e delle condizioni commerciali. Ciò è dannoso per i commercianti attenti al marchio che investono nel fornire la migliore esperienza di acquisto e post-vendita possibile.

Walsh ha dichiarato: “È improbabile che questo tipo di attività generi un chargeback, ma gli alti volumi potrebbero causare problemi con la dogana nei mercati di destinazione.Inoltre, può comportare problemi di disponibilità del prodotto per gli acquirenti autentici, poiché i rivenditori possono essere abbastanza abili da consumare rapidamente prodotti promozionali/scontati non appena disponibili per l’acquisto sul sito Web di un commerciante”.

Conclusione

La gestione dei molti tipi di frode online è una parte intrinseca della gestione di un’attività di e-commerce. I marchi e i rivenditori devono sfruttare le tecnologie, i processi e le risorse di mitigazione per ridurre al minimo i rischi, ridurre il chargeback e altri costi e proteggere sia il marchio che i clienti.

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