Guida completa a dazi e imposte per i marchi di ecommerce DTC

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I marchi di ecommerce internazionali che vendono in nuovi mercati devono destreggiarsi tra dazi e imposte di importazione per ogni area geografica per essere conformi alle normative e fornire esperienze di acquisto eccellenti.

I marchi di ecommerce che vendono in mercati internazionali devono destreggiarsi tra dazi, tasse e requisiti doganali dei vari paesi, per essere conformi alle leggi locale e garantire che non si determinino ritardi nelle consegne o costi aggiuntivi per gli acquirenti.

Difficoltà di dazi e imposte internazionali

I marchi di ecommerce cross-border riferiscono che la gestione della conformità doganale è l’aspetto più difficile dell’operare a livello internazionale, con il 51% degli intervistati che indica questo aspetto, anche al di sopra di logistica, resi e gestione di valute estere.

I marchi devono essere conformi alle normative commerciali in tutti i paesi e aree geografiche in cui effettuano importazioni. A parte i requisiti legali, l’esperienza del cliente deve essere sempre una priorità fondamentale, quindi ridurre al minimo eventuali disagi dovuti a merci non conformi o  documenti insufficienti, aumenta la fiducia o la fedeltà del cliente al marchio, d’altra parte, le merci che vengono trattenute alla dogana o comportano un costo aggiuntivo hanno un impatto negativo sull’acquirente.

Motivi per cui i governi impongono dazi e imposte all’importazione

  1. Proteggere le aziende nazionali dalla concorrenza straniera
  2. Controllare il flusso di determinati prodotti
  3. Aumentare le entrate attraverso le tasse

I dazi e le tasse di importazione vengono applicati per una serie di motivi. Alcuni esempi possono essere: fornire alle imprese nazionali un vantaggio rispetto a prodotti potenzialmente più economici venduti sul mercato da altri paesi, controllare determinati prodotti che entrano nel mercato o aumentare le entrate.

Ogni nazione stabilisce dazi e imposte, ma i paesi membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) beneficiano della stessa “aliquota” di dazi del paese importatore, se questo è parte dell’OMC.

Ad esempio, per i prodotti di abbigliamento realizzati con lana o peli fini di animale importati negli Stati Uniti, l’aliquota della nazione più favorita (Most Favoured Nation) è del 14%, mentre l’aliquota generale per il codice HTS (per i paesi che non fanno parte dell’OMC) è del 28,5%.

Accordi tra paesi e aree geografiche

Il commercio tra paesi è regolato da diversi tipi di accordi. Questi aiutano a decidere quali aliquote di dazi e tasse vengono applicati alle importazioni.

  • FTA (Free trade agreement): ovvero l’accordo di libero scambio tra paesi e regioni. Riduzione delle aliquote di dazi per tutti o alcuni prodotti.
  • MFN (Most Favoured Nation): la clausola della nazione più favorita prevede un’aliquota di dazi favorevole che riguarda una determinata serie di dazi applicabili tra i paesi dell’OMC.
  • Paese di origine preferenziale/non preferenziale: il paese di origine delle merci è un fattore per determinare l’importo del dazio. Altri fattori includono il tipo e il valore delle merci e questo ha una certa influenza sull’importo dei dazi da pagare all’importazione.

Calcolo e riscossione di dazi e tasse di importazione per i marchi

I dazi sono determinati dal paese di importazione, tuttavia possono essere influenzati da qualsiasi unione doganale (come l’UE) o da accordi come la clausola della nazione più favorita (NPF) o l’accordo di libero scambio (FTA). Se un paese fa parte dell’OMC, in linea di principio deve applicare la stessa aliquota di dazi alle merci provenienti da qualsiasi altro paese che faccia parte dell’OMC.

I dazi vengono riscossi dagli agenti doganali al punto di ingresso nel paese di importazione. I marchi cross-border che vendono nei mercati internazionali ben presto si rendono conto che è importante disporre, e talvolta sono obbligati a disporre, di un intermediario per gestire attività e pagamenti della dogana dovuti sulle spedizioni, che poi fattura all’azienda tali pagamenti. A seconda dell’Incoterm (termini di commercio internazionale che raprresentano un termine universale che definisce una transazione tra importatore ed esportatore) scelto, i dazi e le tasse vengono pagati al momento del checkout o dall’acquirente al ricevimento della merce. DDP (Delivery Duty Paid) è l’unico Incoterm che consente di pagare dazi e tasse al momento del checkout ed è la migliore pratica per i marchi di ecommerce cross-border in quanto è un’esperienza migliore per l’acquirente.

Esistono diversi modi per calcolare i dazi. Di seguito alcuni esempi.

  • Percentuale del valore dell’articolo importato
  • Una tariffa per prodotto, ad esempio 3 $ per paio di scarpe
  • Tariffa per libbra/chilo, da pagare in base al peso
  • Dazio composto, calcolato in percentuale con soglia minima.

Calcolo di dazi e tasse d’importazione per gli acquirenti

È ampiamente noto, che la migliore esperienza per il cliente richieda che dazi e tasse siano calcolati prima dell’acquisto, in modo che l’acquirente sia consapevole (e possa pagare) il costo completo relativo al proprio ordine. Per calcolare i dazi e le imposte corretti per gli acquirenti, il marchio deve aver stabilito i dazi applicabili per ciascun prodotto, in ogni paese in cui quest’ultimo viene spedito e aggiungere questo importo al valore dell’ordine, al momento del checkout. Per determinare il dazio esatto  per uno specifico articolo, è necessario che l’azienda conosca esattamente i codici HS (classificazione mondiale) per i prodotti, il particolare accordo tra il paese di importazione e quello di esportazione, e talvolta il trasporto e l’assicurazione, se il paese calcola su base CIF (costo, assicurazione e trasporto sono a carico del venditore). Inoltre, alcuni paesi aggiungono tasse doganali extra che possono entrare in questo calcolo.

Glossario dei termini

Di seguito viene riportata una guida ai termini comuni utilizzati relativamente a conformità di dazi e imposte.

Codici HS – I codici HS sono una classificazione concordata a livello mondiale per tutti i prodotti per determinare quale prodotto viene importato o esportato e quali condizioni e tasse sono applicabili. Le prime sei cifre sono determinate in modo identico in tutto il mondo, ma i paesi sono liberi di classificare ulteriormente il prodotto aggiungendo cifre successive, per identificare il prodotto in modo più dettagliato e assegnare un’aliquota di dazio conseguente.

Documentazione: qualsiasi prodotto importato in un paese deve essere accompagnato da una documentazione specifica che descriva in dettaglio i codici HS per il prodotto in quel paese, ad esempio se si importano prodotti HTS 420221 (borse in pelle) in Australia, i requisiti specifici includono permesso di importazione per fauna selvatica e prodotti della fauna selvatica.

Certificazione CITES : un documento specifico relativo alla convenzione di Washington per la protezione di flora e fauna. I venditori devono disporre di un certificato CITES per l’importazione di prodotti che possono contenere materiali derivati da flora e fauna protetta, ad esempio la pelle di coccodrillo.

Paese di origine: il luogo in cui il bene è stato interamente ottenuto o in cui è stata effettuata l’ultima trasformazione sostanziale del prodotto. Ciò può avere dazi e implicazioni fiscali per il marchio. Se, ad esempio, un materiale proviene dalla Cina ma viene prodotto in Vietnam, al marchio vengono addebitati dazi relativi all’accordo che il Vietnam dispone con il paese importatore, non con la Cina. Se il prodotto fosse fabbricato in Cina ma terminato in Vietnam (senza trasformazioni significative), i dazi sarebbero legati all’accordo tra la Cina e il paese di importazione.

CIF (Cost, Insurance and Freight): secondo le regole Incoterms 2020, il CIF prevede che il venditore è responsabile del caricamento delle merci, adeguatamente imballate, a bordo di nave da lui scelta, nonchè del costo del trasporto fino al porto di destinazione indicato dall’acquirente e dell’assicurazione fino a quel momento. Il CIF è una delle uniche due regole Incoterms 2020 che identificano quale delle parti deve acquistare un’assicurazione.

FOB (Free on board): significa che il venditore ha adempiuto al suo obbligo quando la merce viene caricata sulla nave indicata dall’acquirente nel porto di imbarco convenuto. Con il FOB, il venditore è responsabile del caricamento della merce per il trasporto, mentre l’acquirente è responsabile di tutto il resto necessario per far arrivare la merce alla destinazione finale.

Incoterms: i termini di commercio internazionale rappresentano un termine universale che definisce una transazione tra importatore ed esportatore, in modo che entrambe le parti comprendano compiti, costi, rischi e responsabilità

Merci pericolose: esistono determinati prodotti considerati “merci pericolose” come batterie agli ioni di litio, cosmetici in polvere e tutto ciò che contiene liquidi o alcol come profumi o smalti per unghie.

De minimus: valore al di sotto del quale non sono dovuti dazi o dazi e tasse.

Conclusione

Gestire la conformità doganale per la spedizione di merci in più paesi non è un compito facile per i marchi, ma è essenziale per rimanere conformi alla legge, quando si commercializza in nuovi mercati, e per creare un’esperienza di acquisto eccellente. Per i marchi che vendono in più paesi, l’utilizzo di una soluzione come quella di ESW garantisce che il processo sia il più semplice possibile.

Se desideri saperne di più su come i dazi e le imposte si applicano al tuo ecommerce internazionale, contatta un esperto del nostro team.

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